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Le restrizioni ordinate dai governi di tutto il mondo per l’emergenza Covid-19 stanno ponendo una serie di problemi a cascata, non solo economici ma anche contrattuali. L’impossibilità prolungata a visitare i centri commerciali e la chiusura di quasi tutte le categorie retail bloccano le vendite di molti prodotti e servizi. Chi ha un contratto di brand licensing ha in moltissimi casi un obbligo di “minimo garantito” con royalties che vanno pagate, oltre a obiettivi di vendita definiti. È possibile quindi appellarsi all’impatto che ha e che avrà l’emergenza sanitaria sui contratti in corso? Precisiamo che non siamo uno studio legale e che quindi il nostro parere non ha alcun valore, se non quello di una pura riflessione generica, ma immaginiamo che in molti casi sia indispensabile consultare il proprio legale per capire come ridiscutere con il licensor i MG e i target di vendita. Molto dipende dalle clausole inserite nel contratto e dalla legislazione a cui è sottoposto, ma è ragionevole supporre che l’emergenza in corso sia di tale gravità da determinare una revisione del contratto. Con il recente DPCM che prevede in Italia il blocco di gran parte delle attività produttive, come potrebbe imputarsi a un produttore il mancato raggiungimento degli obiettivi di vendita? Lo stesso scenario sta accadendo in tutti i paesi del mondo.
Il nostro consiglio da consulenti di brand licensing – senza alcun valore legale, ripetiamo – agli imprenditori che hanno un contratto di licensing attivo è di non agire d’istinto ma di restare in contatto con il proprio studio legale per studiare attentamente le mosse da fare.

AGGIORNAMENTO – A proposito, segnaliamo un articolo su Licensing International: “Brand Owners, Licensees Negotiate Impact of Pandemic”

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