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Mi è capitato di riflettere sulle difficoltà generali italiane ed europee giungendo al probabile problema principale che ci affligge: la costante campagna elettorale che porta tutti noi, anno dopo anno, a votare per le varie amministrative, politiche, referendarie, eccetera. La visione politica qui è necessariamente a breve termine col risultato che nessuno lavora per il domani, ma solamente a un oggi sempre più misero di risorse. La miopia finisce per contagiare tutti, mentre i paesi del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) corrono velocissimi verso un traguardo oramai vicino: superare le economie occidentali. I nuovi capitali si stanno accumulando laddove ci sono forti contrasti sociali, in nazioni poco conosciute ai più, che sono in testa alla classifica delle megalopoli mondiali da oltre 10 milioni di abitanti.

Mi colpì nel 2008, oltre al terremoto finanziario che ci sta togliendo l’ossigeno e molte prospettive future, il fatto che in un misterioso minuto di quell’anno nacque il bambino che segnò la predominanza dei cittadini urbani. Da quel momento in poi oltre il 50% della popolazione mondiale abita in città sempre più caotiche, problematiche, globalizzate. Io sto faticando a comprendere la mia città, Bologna, che ha cambiato il suo volto e l’atteggiamento dei suoi abitanti – purtroppo non in meglio negli ultimi dieci anni – e sono proiettato a cercare di capire macro-scenari lontani. Qui vedo involuzione e rassegnazione, mentre il mio interesse verso l’opposto – l’India e il Brasile – sta crescendo, soprattutto perché la divisione Licensing della mia agenzia Movantia sta già lavorando con quei paesi, dove percepisco un entusiasmo generale simile a quello che si respirava da noi negli anni ’80. Da tanti anni la mia città è solo un luogo di residenza, gli affari sono in giro per l’Italia, per il Globo, grazie anche alle tecnologie.

Tra qualche giorno partirà la Mostra del Cinema di Venezia, edizione 68°, dove ho invitato alcuni amici indiani e l’attrice Preity Zinta che riceverà il premio Kinéo Diamanti al Cinema. Ho scoperto, grazie a un interessantissimo articolo sul cinema indiano di Bollywood apparso su Limes nel 2009, che proprio la Mostra ospitò nel 1936 il primo film indiano in un festival occidentale. Bella coincidenza questi 75 anni. Allora quel mondo era ancora coloniale, arretrato e in lotta per l’indipendenza dall’Occidente, mentre oggi è supertecnologico e alla conquista pacifica dello stesso. La Cina è un gigante economico che siede accanto ai potenti della Terra, il Brasile un fenomeno che ospiterà i più grandi appuntamenti sportivi mondiali dei prossimi anni, la Russia una superpotenza ricca delle risorse naturali di cui tutto il mondo ha sete.

Queste nuove frontiere scuotono l’assetto globale e noi europei e americani, feriti per colpa di un enorme debito pubblico sempre più posseduto dai cittadini del BRIC, pensiamo alle elezioni divisi tra centrosinistra e centrodestra, tra Europa e piccoli Comuni, dimenticando la rotta verso il futuro. Credo che dovremmo pensare molto di più a queste nuove frontiere con una presenza intelligente, mirata e defisicizzata, nel senso della non necessità di una permanenza costante in quei luoghi. Molti di quelli che l’han fatto finora hanno visto probabilmente giusto. Le tecnologie abbattono le distanze fisiche e aprono scenari che noi Italiani fatichiamo a capire in massa, ma rappresentano una strada che ogni giovane o azienda deve pensare di percorrere per aprire la propria mente e darsi un obiettivo per il futuro.

Fabio Fabbi

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