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Il Dl Rilancio pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 febbraio 2021 (articolo 38, commi 7 ed 8, del decreto 34/2020) aggiorna in senso positivo alcuni punti sugli investimenti privati in PMI e Startup innovative. In attesa che il Governo Draghi appena insediato punti ancor più sulle iniziative imprenditoriali rafforzando l’ecosistema delle imprese che fanno innovazione, leva strategica in fase di ripresa dall’emergenza Coronavirus, la prima notizia interessante riguarda gli investimenti privati, a cui si applica una detrazione del 50%. Questa è solo una delle misure chiave del corposo pacchetto a sostegno delle nuove imprese innovative introdotte dal Dl Rilancio: contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati, agevolazioni fiscali, benefici per investitori italiani e stranieri che pensano di trasferirsi in Italia per sostenere l’ecosistema delle PMI e delle Startup innovative.

La detrazione fiscale al 50% è riservata alle persone fisiche che investono in startup innovative direttamente o tramite organismi di investimento collettivo che si concentrano prevalentemente su questo segmento. L’investimento va mantenuto per almeno tre anni, in caso contrario si decade dal beneficio e si deve restituire quanto già utilizzato, con interessi legali. L’importo massimo dell’investimento detraibile in startup innovative è pari a 100.000 euro per periodo d’imposta, che diventano 300.000 per gli investimenti in PMI innovative. Sulla parte eccedente si potrà detrarre il 30% dell’eccedenza, nel limite di 200.000 euro, in tre esercizi finanziari.

La normativa che favorisce l’ingresso in Italia di imprenditori innovativi vede ora per chi investe in startup innovative e vuol stabilirsi in Italia una riduzione a 250.000 euro di limite minimo (prima erano 500.000 euro). È stato dimezzato a 500.000 euro (dal precedente milione) l’investimento minimo previsto in strumenti rappresentativi del capitale di una società costituita e operante in Italia che venga mantenuto per almeno due anni.

Sempre sul fronte investimenti, sono previste risorse aggiuntive per il finanziamento agevolato alle startup innovative. Di questi, una quota parte è costituita da contributi a fondo perduto per l’acquisizione di servizi di incubatori, acceleratori, innovation hub, business angels e altri soggetti pubblici o privati operanti per lo sviluppo di imprese innovative, con l’obiettivo di potenziare gli ecosistemi per l’innovazione. Ci sono poi altre risorse per il Fondo di sostegno al Venture Capital, destinate a sostenere investimenti nel capitale anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, l’erogazione di finanziamenti agevolati, la sottoscrizione di obbligazioni convertibili, o altri strumenti finanziari di debito che prevedano la possibilità del rimborso. E poi, risorse del Fondo di garanzia PMI da destinare alle startup innovative.

Il nuovo Fondo per il trasferimento tecnologico (art. 42 del Dl) punta a favorire la collaborazione di soggetti pubblici e privati nella realizzazione di progetti di innovazione e spin-off, con l’obiettivo di sostenere iniziative e investimenti utili alla valorizzazione e all’utilizzo dei risultati della ricerca presso le imprese operanti sul territorio nazionale, con particolare riferimento alle startup innovative. E’ previsto anche l’ingresso indiretto nel capitale di rischio e di debito del ministero dello Sviluppo economico. È stato anche creato uno specifico veicolo, attraverso l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, chiamato “Fondazione Enea Tech“.

Infine, il nuovo Fondo, «First Playable Fund» che riguarda esclusivamente il settore dei videogiochi finanziando le fasi di concezione e pre-produzione dei videogames, necessarie alla realizzazione di prototipi, tramite l’erogazione di contributi a fondo perduto, riconosciuti nella misura del 50% delle spese ammissibili, per un importo compreso da 10.000 a 200.000 euro per singolo prototipo. La legge fornisce una serie di dettagli sulle spese ammissibili, le imprese devono presentare domanda sulla base di procedure che saranno messe a punto da apposito decreto ministeriale.

Decisione interessante, presa per rispondere ai problemi causati dalla pandemia da Covid-19, riguarda la durata dello status di Startup Innovativa nella sezione speciale del Registro Imprese, che è stato prorogato di 12 mesi. Quindi, la qualifica di startup innovativa (con tutte le agevolazioni) vale per sei anni e non più cinque, con la proroga di 12 mesi anche tutti gli altri eventuali termini di decadenza per l’accesso a incentivi pubblici.

Novità anche per il credito d’imposta legato alle attività di ricerca e sviluppo innovative, che è stato esteso alle spese per contratti di ricerca extra-muros stipulati con startup innovative: l’agevolazione è al 12% e le spese concorrono a formare la base di calcolo del credito d’imposta per un importo pari al 150% del loro ammontare.

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