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Anche quest’anno 2021 le prospettive generali sono bloccate o fortemente rallentate per molti, causa pandemia. Di fronte al traguardo, purtroppo parziale, dei 2 milioni di decessi e dei 100 milioni di contagiati nel mondo, il Covid-19 non rallenta e siamo ancora nella situazione – ovunque – in cui abbiamo smesso di viaggiare, di vedere amici, di festeggiare in compagnia, di muoverci liberamente, di coltivare molte delle nostre passioni. Ciò che sta succedendo ha contemporaneamente scatenato un forte incremento dell’uso e della consapevolezza dell’importanza del Digitale, dal servizio clienti online al lavoro remoto, dalla comunicazione agli acquisti, dall’apprendimento alla socializzazione (con molti limiti).

Davanti a noi ci sono scelte che dovranno guidarci nel futuro, appena riusciremo a rialzarci. Qualcuno ipotizza un “Great Reset”, una teoria che punta a migliorare il “sistema” rendendo gli investimenti governativi più orientati al progresso reciproco e concentrati maggiormente sulle iniziative ambientali. La tecnologia è il cuore, il motore di un nuovo progresso, basato su una comunicazione più veloce, sull’uso dell’intelligenza artificiale e sullo sviluppo di applicazioni in ciò che conta veramente: medicina, salute, educazione, ambiente, trasporti, produzione.

Il Great Reset crea opportunità per gli imprenditori visionari, quelle persone ambiziose in senso positivo perché hanno idee che potrebbero anche cambiare il mondo, in piccolo o in grande. Nel pieno del problema pandemico, in tutti i Paesi abbiamo assistito nel 2020 alla nascita di tante nuove piccole imprese. Crescono nuove applicazioni aziendali, c’è un’impennata di creazione di startup, aumentano notevolmente gli investimenti in startup, anche in Italia. Anche se molte di queste attività sono costituite da una sola persona o un paio di startupper, il segnale è chiaro: la necessità aguzza l’ingegno. La Francia ha visto nascere 84.000 nuove imprese a ottobre 2020, la più alta mai registrata, il 20% in più rispetto allo stesso mese del 2019. La Germania ha registrato un aumento delle nuove attività rispetto al 2019; idem per il Giappone. Nel Regno Unito, a novembre 2020, il 20% dei lavoratori autonomi desidererebbe mettersi per conto proprio, infatti il numero di nuove imprese hanno segnato un +30% rispetto al 2019. In Italia l’incremento è del 10%. L’altra faccia della medaglia è la chiusura di tantissime piccole imprese ovunque nel mondo, ma ogni periodo buio lascia spazio a nuove opportunità che si svelano a chi guarda lontano.

Adattarsi è importante, così come guardare i segnali che questo mondo trasformato ci sta dando. Ma non basta. Il 2021 è un anno importante per tutti noi, giovani e anziani, lavoratori e disoccupati, studenti e neolaureati, imprenditori e professionisti. Salvo nuove catastrofi, che non ci auguriamo né attendiamo, possiamo iniziare a guardare avanti per dare forma al futuro. La normalità che ci attende sarà diversa, nulla sarà identico a prima del 2020. Proprio come i termini “anteguerra” e “dopoguerra” sono comunemente usati per descrivere il 20° secolo, noi avremo uno spartiacque tra prima-del-Covid e dopo-il-Covid. Lavoreremo diversamente, viaggeremo diversamente, vivremo diversamente, socializzeremo diversamente. Dobbiamo essere resilienti per poi adattarci a un mondo un po’ trasformato, che speriamo arrivi il prima possibile.

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