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È evidente a tutti che la crisi pandemica ed economica globale dovuta al Covid-19 ci ha costretti a modificare rapidamente il modo in cui viviamo e lavoriamo. Questa situazione durerà molti mesi, quindi le aziende dovrebbero porsi tre domande fondamentali: abbiamo un prodotto o un servizio di cui il mondo ha bisogno in questo momento? Come possiamo adattare rapidamente la nostra offerta offrendo beni o servizi che sono ora prioritari o necessari? L’organizzazione è adeguatamente aggiornata in campo digitale?

Molte persone sono costrette a rimanere a casa e sperimentano le problematiche che ciò comporta. Le famiglie devono intrattenere i propri figli piccoli, quindi ecco che con i cinema chiusi ancora per molto tempo le case cinetelevisive offrono film in anteprima e canali in streaming, i musei hanno messo online dei tour virtuali, i corsi e gli eventi si sono trasformati in videoconferenze. Le aziende che in precedenza si basavano su attività fisiche hanno dovuto indirizzare i clienti al modello online. Molti negozi permettono ordinazioni via Web e la consegna a casa, molte palestre sono chiuse e offrono corsi di allenamento online per tutti i loro membri, le banche incoraggiano l’uso dei canali digitali fornendo tutorial per l’online banking, i fornitori di servizi medici fanno assistenza in telemedicina. Durante i periodi di crisi, il marketing si sposta dall’assistenza e dal soddisfacimento dei desideri dei clienti alle pure esigenze dei clienti.

In questo scenario mutato rapidamente, le aziende possono usare i loro punti di forza per fornire prodotti essenziali anche se tali beni sono al di fuori della loro attuale offerta di prodotti. Una cosa è certa: i CEO non possono trattare questa pandemia come altri eventi visti in passato. Nessun dirigente ha una risposta pronta al caso. Quindi, per capire quale strada prendere occorre coinvolgere più persone di quelle a disposizione: consulenti esterni che devono rispondere con urgenza, senza che la governance tradizionale rallenti le decisioni. La risposta è nel creare dei team snelli ed esperti, con figure miste tra esterni e interni all’organizzazione. Le aziende si stanno già muovendo in questa direzione, stanno istituendo “task force” di risposta alle crisi per affrontare le sfide per il dopo Coronavirus. I team forniranno molte idee, faranno qualche errore, formuleranno dei piani d’azione. I team debbono apprendere, usando le informazioni per aggiornare azioni e strategie, sperimentare, innovare e interagire tra team, proprio come una rete neurale in cui l’intero cervello è molto più intelligente della somma delle sue parti.

È importante istituire almeno due gruppi: un team strategico e uno di pianificazione. Ogni squadra dovrebbe essere piccola e contenere un mix di individui con abilità interfunzionali che agiscono con un mandato chiaro. Il CEO dovrebbe chiarire a tutti i membri dell’organizzazione che questi team stanno pensando al futuro, quindi i team leader sono scelti tra i risolutori di problemi creativi con capacità di pensiero critico, tenaci, propositivi, flessibili, indipendenti e aperti a una serie di prospettive diverse. Soprattutto, dovrebbero essere disposti a dire ciò che deve essere detto e a prendere decisioni difficili, persino impopolari. I team avranno un coordinamento di vertice e produrranno documenti che informeranno tutta la struttura per creare sicurezza psicologica dall’alto verso il basso, importante durante i periodi di crisi quando le persone sono preoccupate per il proprio benessere. I membri all’interno e tra i team devono fidarsi l’uno dell’altro abbastanza da condividere informazioni con tutti e continuare a sperimentare dopo aver commesso errori. In caso contrario, la nuova rete potrebbe non riuscire a fornire risultati. I team non comprenderanno tutte le attività dell’organizzazione, non si occupano di riorganizzazione; le normali strutture organizzative restano operative e svolgono i loro compiti tipici in un modo più o meno tradizionale.

L’attuale pandemia è un’opportunità per i leader di apportare modifiche in grado di scatenare un nuovo potenziale dell’azienda, che sopravviverà agli impatti sociali ed economici del post Covid-19 con l’ambizione di far crescere nuovamente il business.

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